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prime volte.

Serranda chiusa.
Solo la luce del pc acceso.
Il ventilatore sparato addosso.
E l'ennesimo album ascoltato per l'ennesima volta.

Mi sono resa conto di essere una tipa da punto e accapo.
Si ragiona meglio così.
Si ha anche la possibilità di iniziare un nuovo discorso quando si vuole.
E ad ogni capoverso si respira.
E' come se ogni volta fosse la prima.

Perché, diciamolo, la prima volta è unica nel suo genere.
Come la prima volta che ti ubriachi, che mangi un fico appena colto, la prima volta che sali su un palcoscenico, quando ti batte forte il cuore per un ragazzo, la prima volta che baci una ragazza o quando il ragazzo che ti piace ti guarda (magari stava guardando quella dietro di te).
La prima volta che guardi negli occhi la tua migliore amica e scoppi a piangere e a ridere contemporaneamente perché siete accomunate dalla stessa stupidità.
La prima volta che ti senti viva.
La prima volta che baci un ragazzo, la prima volta che lo tocchi e la prima volta con cui ci fai l'amore.
La prima gatta in casa e la seconda.
Quando sei in bagno spaventata perché sei troppo piccola per capire che ti sei formata e chiedi a tua mamma "quando finirà" e lei ti risponde "quando sarai vecchia".
Il primo concerto della PFM che vedi.
Il primo di Gavin DeGraw.
Il primo bacio del buongiorno.
La prima storia che scrivi.
La prima volta che vedi un porno sorseggiando succo di frutta.
Quando finisci di leggere un libro di Harry Potter.
Quando indossi per la prima volta gli occhiali da vista e ti sembra di non essere più sott'acqua.
La prima volta che ti spoilerano una parte importante di una storia.
La prima volta che guardi tuo padre negli occhi e lo capisci.
La prima sigaretta.
La prima volta che ascolti una canzone che ti ruba l'anima.
La prima volta che senti la sua voce.

La prima volta che comprendi che la vita è un filo fragilissimo, che la gente va e viene, quando provi la vera paura, quando perdi il senso delle cose.

Poi c'è l'ultima volta e quella ti rimane nelle viscere per sempre, nel bene e nel male.


Lady H.



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