Sono giorni che ho un lancinante dolore al basso ventre.
Non è un dolore fisico.
Parte dalle braccia, mi fa venire la pelle d'oca, mi fa il solletico ai fianchi e poi si ferma lì, in attesa di qualcosa.
qualcuno.
Dave non mi aiuta affatto, continua a dimenarsi come il peccato che desidero commettere.
A proposito di peccato, qualche giorno fa ho acquistato e letto "Carrie", di Stephen King.
L'Estate scorsa mi hanno fatto scoprire questo fantastico scrittore e me ne sono innamorata; della sua scrittura che ha qualcosa che rasenta il sacro.
Una scrittura fatta di aggettivi, dettagli, come piace a me.
E non puoi fare a meno di affezionarti ai personaggi, sbagliati, sociopatici, eccentrici che siano, non puoi fare a meno di seguirli nel loro viaggio e ti ritrovi lì, circondato da colori un po' vintage, con i bordi strappati e qualche macchia.
Con Carrie ti ritrovi il sapore del sangue in bocca, ma è un sapore legittimo, doveroso.
Basta con l'innocenza.
Basta chiudere gli occhi.
L'uomo nero esiste.
Come Gesù Cristo con i suoi fondamentalisti.
I bambini di King sono gli unici esseri umani esistenti al mondo.
Anche John Coffey ( come il caffè, ma si scrive in un altro modo ) ne "Il miglio verde", in fondo è un bambino.
E i bambini ti spiattellano la verità dritta in faccia : "Non ne posso più del dolore che sento e vedo, capo. Non ne posso più di vivere in strada, solo come un pettirosso sotto la pioggia. Mai un amico da andarci assieme, un amico che mi dice da dove veniamo e dove siamo andando e perché. Non ne posso più della gente cattiva che si fa del male.Per me è come cocci di vetro piantati nella testa. Non ne posso più di tutte le volte che ho voluto rimediare e non ho potuto. Non ne posso più di stare al buio. Soprattutto è il dolore. Ce n'è troppo. Se potessi smettere di sentirlo, lo farei. Ma non posso."
Bambini che se si trovano in una situazione difficile a seguire si troveranno in una situazione TRAGICA.
Ma questa è la vita, fatta di bigotti, schiavi del potere e di mamme che nel bene o nel male ti proteggono e ti amano.
Ma Stephen non parla di morte, parla di realtà in altri termini e voi lo amerete per questo.
Realtà in cucchiaini di limoncello.
Non è un dolore fisico.
Parte dalle braccia, mi fa venire la pelle d'oca, mi fa il solletico ai fianchi e poi si ferma lì, in attesa di qualcosa.
A proposito di peccato, qualche giorno fa ho acquistato e letto "Carrie", di Stephen King.
L'Estate scorsa mi hanno fatto scoprire questo fantastico scrittore e me ne sono innamorata; della sua scrittura che ha qualcosa che rasenta il sacro.
Una scrittura fatta di aggettivi, dettagli, come piace a me.
E non puoi fare a meno di affezionarti ai personaggi, sbagliati, sociopatici, eccentrici che siano, non puoi fare a meno di seguirli nel loro viaggio e ti ritrovi lì, circondato da colori un po' vintage, con i bordi strappati e qualche macchia.
Con Carrie ti ritrovi il sapore del sangue in bocca, ma è un sapore legittimo, doveroso.
Basta con l'innocenza.
Basta chiudere gli occhi.
L'uomo nero esiste.
Come Gesù Cristo con i suoi fondamentalisti.
I bambini di King sono gli unici esseri umani esistenti al mondo.
Anche John Coffey ( come il caffè, ma si scrive in un altro modo ) ne "Il miglio verde", in fondo è un bambino.
E i bambini ti spiattellano la verità dritta in faccia : "Non ne posso più del dolore che sento e vedo, capo. Non ne posso più di vivere in strada, solo come un pettirosso sotto la pioggia. Mai un amico da andarci assieme, un amico che mi dice da dove veniamo e dove siamo andando e perché. Non ne posso più della gente cattiva che si fa del male.Per me è come cocci di vetro piantati nella testa. Non ne posso più di tutte le volte che ho voluto rimediare e non ho potuto. Non ne posso più di stare al buio. Soprattutto è il dolore. Ce n'è troppo. Se potessi smettere di sentirlo, lo farei. Ma non posso."
Bambini che se si trovano in una situazione difficile a seguire si troveranno in una situazione TRAGICA.
Ma questa è la vita, fatta di bigotti, schiavi del potere e di mamme che nel bene o nel male ti proteggono e ti amano.
"Era circondato dalla morte, la morte di cui era fatto mezzo mondo, e non c'erano arcobaleni"
-Il Talismano.
Ma Stephen non parla di morte, parla di realtà in altri termini e voi lo amerete per questo.
Realtà in cucchiaini di limoncello.
Lady H.
Ciao! Mi piace molto il tuo modo di scrivere, sei intensa!
RispondiEliminaCiao Sismo, ti ringrazio!!
Elimina:D
Figurati! Ti va di dare un'occhiata al mio blog?
EliminaMi piacerebbe sapere cosa ne pensi?
RispondiEliminaDevo dire che non so fare la critica, quindi mi limito a dirti che migliori nell'esprimerti ad ogni post.
EliminaOra non chiedermi perché, ma quello che scrivi mi ricorda una ferita che si sta rimarginando, malinconico perché dopo sarà solo una cicatrice piena di ricordi.
Comunque complimenti, non far caso ai miei deliri :D
Grazie mille Lady! Apprezzo molto i tuoi deliri! : )
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