"Jenni, esci da quella vasca!
Finirà per prendersi un accidente quella ragazza..." disse allontanandosi dalla porta mia nonna.
"Fa caldo, lasciala stare."
Ero così rilassata che riuscivo a sentire il fumo della sigaretta uscire dalla bocca di mio padre mentre parlava e il frusciare della gonna di mia nonna tra le pareti strette del corridoio.
Avevo perso la cognizione del tempo, anche dello spazio.
Erano passati minuti, ore, decenni?
La schiuma si era già dissolta, ma avevo il profumo del sapone alla vaniglia su per il naso.
Guardavo lo scorrere delle nuvole dalla finestra sul soffitto.
Avevo la sensazione di essere fuori, nessun muro a separarmi dal mondo, nessuna pelle, nessun cuore, solo il lento e ritmato viaggiare delle nuvole spinte dal mio respiro.
Cosa c'era che andava?
Tutto.
Dall'odore dei pancake in cucina, dall'abbaiare dei cani in cortile, dal gocciolare del rubinetto, fino alla mia pelle d'oca.
Eppure l'acqua iniziava a tingersi di rosso, piano, piano.
Osservavo incuriosita l'avanzare del sangue.
Cos'avrebbe detto lei?
Ah, sì... "E così sei diventata una donna. La mia bambina è una donna ormai" e magari m'avrebbe fatto uno dei suoi soliti sorrisi che le ricoprivano la faccia di felicità, quella faccia che stentavo a ricordare sorridente.
Cosa c'era che andava?
Tutto.
Purtroppo.
Dalle lenzuola profumate, dalle urla della vicina che richiamava il figlio, dalla partita di football alla radio, fino alla sua "presenza" dentro di me.
Eppure ora sono come te, una donna.
Finirà per prendersi un accidente quella ragazza..." disse allontanandosi dalla porta mia nonna.
"Fa caldo, lasciala stare."
Ero così rilassata che riuscivo a sentire il fumo della sigaretta uscire dalla bocca di mio padre mentre parlava e il frusciare della gonna di mia nonna tra le pareti strette del corridoio.
Avevo perso la cognizione del tempo, anche dello spazio.
Erano passati minuti, ore, decenni?
La schiuma si era già dissolta, ma avevo il profumo del sapone alla vaniglia su per il naso.
Guardavo lo scorrere delle nuvole dalla finestra sul soffitto.
Avevo la sensazione di essere fuori, nessun muro a separarmi dal mondo, nessuna pelle, nessun cuore, solo il lento e ritmato viaggiare delle nuvole spinte dal mio respiro.
Sola con il mondo attorno.
Vulnerabile per esser cresciuta così in fretta.
Indefinita come i sentimenti.
Cosa c'era che andava?
Tutto.
Dall'odore dei pancake in cucina, dall'abbaiare dei cani in cortile, dal gocciolare del rubinetto, fino alla mia pelle d'oca.
Eppure l'acqua iniziava a tingersi di rosso, piano, piano.
Osservavo incuriosita l'avanzare del sangue.
Cos'avrebbe detto lei?
Ah, sì... "E così sei diventata una donna. La mia bambina è una donna ormai" e magari m'avrebbe fatto uno dei suoi soliti sorrisi che le ricoprivano la faccia di felicità, quella faccia che stentavo a ricordare sorridente.
Cosa c'era che andava?
Tutto.
Purtroppo.
Dalle lenzuola profumate, dalle urla della vicina che richiamava il figlio, dalla partita di football alla radio, fino alla sua "presenza" dentro di me.
Eppure ora sono come te, una donna.
Lady H.
Quello è stato una sorta di battesimo della similitudine femminile!
RispondiEliminaAnche simbolo di continuità, direi...
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