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Visualizzazione dei post da febbraio, 2014

butterfly.

Delia amava la solitudine. Ci stava bene dentro. Aveva tutto lo spazio che voleva, ma vi era posto solo per lei e lei soltanto. Stava bene da sola e non considerate questa forma di ermetismo come uno scudo, una difesa dal mondo, una forma di sociopatia, era solo uno stile di vita. Viveva in un grigio monolocale con una farfalla come animale domestico, che stava lì, sulla parete, sottile, immobile. Uno schizzo impercettibile di colore. Delia stava ore con la faccia appiccicata al freddo muro e le parlava della vita, dei libri, della musica, dell'originale crudeltà dell'uomo, della sua precaria lucidità dominata dal vizio e dalla dipendenza, della prigione della materia, del fuoco distruttivo dell'esaltazione, degli alberi ricoperti di cenere umana e di Vittorio, di Vittorio che rendeva piccolo il suo universo, già così incerto. Vittorio, così simile a lei e così passeggero, che invadeva la sua intimità con l'aria, l'acqua, il fuoco e la terra senza po

discovery.

Ieri ho scoperto di esser stata, in passato ovviamente, una ragazzina spudorata. Io. Spudorata. Una grassa ragazza con l'acne e la riga in mezzo ai capelli che ci provava con i ragazzi palesemente. Senza accorgersene. Okkei, ero (e sono) piuttosto impacciata, parlavo ad alta voce e ridevo in modo isterico, ma da qui a dire che "si vedeva che ci provavi con me" no. Considerando che sin da piccola sbagliavo persona (e sponda) vorrei riappropriarmi di quella incosciente ingenuità guidata da ormoni che tutt'ora pretendono l'ego che gli spetta. Da piccola ero cosciente che ci fossero ragazzine mooolto più carine di me. Ora sono cosciente che ci sono ragazze e donne molto più brillanti di me,  ma non come me. Eppure se tornassi indietro non so da cosa potrei salvarmi, forse non proverei nemmeno un po' a recuperar mi. Ora raccolgo solo i cocci di quello che è stato e provo a ricostruir mi . …lo guardai negli occhi,  quegli occh