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Visualizzazione dei post da aprile, 2013

Un cucchiaino di limoncello con S. King.

Sono giorni che ho un lancinante dolore al basso ventre. Non è un dolore fisico . Parte dalle braccia, mi fa venire la pelle d'oca, mi fa il solletico ai fianchi e poi si ferma lì, in attesa di qualcosa. qualcuno. Dave   non mi aiuta affatto, continua a dimenarsi come il peccato che desidero commettere. A proposito di peccato , qualche giorno fa ho acquistato e letto " Carrie ", di Stephen King. L'Estate scorsa mi hanno fatto scoprire questo fantastico scrittore e me ne sono innamorata; della sua scrittura che ha qualcosa che rasenta il sacro. Una scrittura fatta di aggettivi, dettagli, come piace a me. E non puoi fare a meno di affezionarti ai personaggi, sbagliati, sociopatici, eccentrici che siano, non puoi fare a meno di seguirli nel loro viaggio e ti ritrovi lì, circondato da colori un po' vintage, con i bordi strappati e qualche macchia. Con Carrie  ti ritrovi il sapore del sangue in bocca, ma è un sapore legittimo, doveroso. Basta con l'inno

Il Growl è Donna.

In ricordo della mia frivola adolescenza poser metal, qualche tempo fa sono andata ad un concerto appunto metal e devo dire che ne sono uscita leggermente indolenzita quanto euforica. Non era un semplice gruppo quello sul palco, non era il solito gruppetto e non c'era il solito pubblico. Quelli sul palco erano i LyricaLCross e quello sotto era un pubblico amato, venerato. Quattro componenti, tre uomini e una donna che sono scesi a patti col diavolo per avere al posto del sangue il fuoco della passione per la musica, carisma,  forza e amore per i fans. Cos' hanno in più i LyricaLCross rispetto agli altri? Hanno una cantante, Emy LC Vice , che oltre ad essere l'ideatrice del progetto è anche colei che trascina il pubblico in una vera e propria " wall of death " di emozioni, euforia e follia quasi primordiale. Hanno un batterista,   Fabry LC Horns , che a colpi di doppio pedale inarrestabile, diventa una macchina da guerra ch

Occhio a Pietro Blanca!

Oggi ho voglia di parlarvi, attraverso uno schermo, di un artista: Pietro Blanca.  Non è un’intervista. E’ una confidenza , la mia. Pietro Blanca, un quasi venticinquenne di Catania, non si limita a professare una sola forma di talento, ma una vera e propria molteplicità di virtù. Un  “poliartista”, mi piace definirlo. Cresciuto in un ambiente lirico, passata l’infanzia da voce bianca, ecco che il timbro vocale cambia, si fa più cupo, la barba inizia a crescere; è un giovanotto ormai e ha scoperto come conquistare il cuore delle ragazze: con la chitarra. Così inizia a farsi da sé. in basso, in ginocchio Da autodidatta prima e sotto la guida di maestri poi, si lancia nel mondo del Metal con i “ Lost Ape Of Killa ”. Dopo anni di pogo, dopo parecchi successi nell’ ambiente catanese e non, dopo aver fatto crescere in altezza una folta chioma riccia per fare headbanging, ci dà un taglio, nel vero senso della parola. Tolto il codino, scopre il suo

Welcome to my world.

Getto il pigiama sul letto. Vorrei che fosse fatto di cristallo per ridurlo in mille pezzi. E sono solo le 11 del mattino. Questa settimana inizia davvero bene. Mi vesto con rabbia, vorrei graffiarmi ovunque. Metto scarpe più grandi della mia misura. Sono di maman. Esco sbattendo il portone. La gente si gira dalla mia parte. Prego che l’ossigeno torni al cervello. “Buongiorno.” Occhiolino. La gente ha deciso di morire. Oggi. Torno a casa e mi siedo al pc. Benvenuti nel mio mondo. I Depeche Mode mi accolgono così. Benvenuti nel mio mondo, Dave ha ragione. Gli occhi a me, gli occhi a me, gli occhi  a me… Devo impazzire una volta ogni tanto,  permettimelo. “ ... sai, c’è gente oggettivamente bella. Poi ci sei tu, oggettivamente rompicoglioni. Almeno hai qualcosa di oggettivo.” DIO, come amo questa sensazione adrenalinica. No, sono le solite cose, le solite cose che ad un certo punto escono per quello che sono. Sono una Nazista . Sensazione d