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Visualizzazione dei post da 2012

riflesso.

Sono stanca di non trovare il senso nelle cose. Parecchio stanca. E mi ritrovo da sola, davanti ad uno specchio. E mi viene difficile incazzarmi con me stessa, piuttosto non vedo nessun mio riflesso. Così me la prendo con chi mi vede, con chi percepisce la mia presenza, quando vorrei solo scomparire. Oppure no. E' vero: ho perso la mortalità. Ho ritrovato il dolore di una vita senza te, vuota di me. Lady H. (Frederick Leighton, 1877.)

propensioni a.

Devo smetterla di essere la vittima. Devo incominciare ad essere il carnefice. Lady H.

Contagiata.

Sinceramente? Odio i finali smielati nei film. Quegli infiniti baci dove la gente gira attorno a sé, quelli con una gamba alzata, quelli incerti fatti di sguardi... Lì odio perché nella realtà non c'è il tizio che ti bacia appassionatamente mentre stai sparando una minchiata dopo l'altra. C'ho provato, lo ammetto, ma con un risultato a dir poco pietoso. Credo che mi sarei risparmiata un sacco di litigi se il tizio mi avesse baciato per zittirmi... Sono parecchio semplice, a dire la verità: basterebbe una carezza, un sorriso. In realtà li odio perché li amo. In realtà ho il mio periodo di romanticismo. In realtà è il freddo. In realtà è la tristezza. In realtà è il Natale. In realtà è arrivato il momento di guardare Bridget Jones. Lady H.

Inquisizione Spagnola.

Vi vorrei un attimo nella mia testa. Non per un giorno intero, o per un'ora, solo per un istante, una toccata e fuga. E sì, fuggireste di sicuro. La solitudine mi spaventa, ora. Prima bramavo un briciolo di eremitismo. Che fare? Perseguitarvi. Eppure sono senza parole... quelle giuste. Lady H.

...

Angoscia. La tua assenza. Mi fa male. Mi riempi. Lady H.

"Tu dici non ho niente..."

" L'intelligenza richiede un coraggio incredibile, necessita di una vita avventurosa: richiede che tu sia perennemente in viaggio nell'ignoto, su mari inesplorati. [...] La gente ha paura dell'ignoto, con lo sconosciuto si sente insicura... non si vuole andare al di là di ciò che è familiare; " Osho. La sicurezza del certo non è che una trappola per ogni essere vivente, circondato da una ragnatela costruita da preconcetti che ti tolgono il disturbo di scoprire nuove cose. Un vecchio detto siciliano recita: " Cu lassa a veccia ca nova, sapi chi lassa e nun sapi c'attrova. ", che tradotto significa che chi lascia la vecchia strada per quella nuova sa cosa lascia ma non sa quello che trova, e tutto ciò è estremamente vero. Ci ostiniamo, chi per pigrizia, chi per apatia, chi per propria volontà, a stare fermi e ci lamentiamo, siamo un continuo lamento, un continuo piangerci addosso, un continuo sospirare infelice. Purtroppo non crediamo nel

Naaah!

Non vedo il motivo per cui io debba continuare a sforzarmi, ad impegnarmi a capire o cambiare. Eddai su! Lady H.

ciambelline.

Ho assistito all'evolversi del senso della vita. O meglio, l'ho immaginato, perché mi sembrava giusto così, perché era un loro momento, il loro ultimo momento. Ho visto soltanto il suo lento, affaticato e arreso alzarsi e avvicinarsi alla moglie e da lì sarà avvenuto il più dolce e straziante bacio della storia della loro vita. Non era un addio, era solo un arrivederci. Personalmente non ho retto, non ce l'ho fatta. Due corpi fragilissimi legati de un qualcosa di indissolubile, indistruttibile: l' Amore. C'ho creduto, per un istante ho visto il suo manifestarsi nella più totale sofferenza. Mi si è spezzato il cuore. Mi è pure venuta la voglia di invecchiare con qualcuno per il resto della mia vita. Ogni futilità, qualsiasi velleità, problema è venuto meno: se si è in due è molto più semplice, anche vedere il proprio corpo piegarsi al tempo, anche soffrire, anche morire  è molto più semplice. E' dolce. Come una ciambellina glassata di cioccolato.

baffi.

Ecco perché amo vivere da sola: perché puoi stendere senza alcun imbarazzo i tuoi mini-perizoma di pizzo. Perché puoi girare come ti pare e piace per casa. Perché puoi fumare liberamente. E invece no!, mio padre deve ficcare il naso ovunque, ha l'iperattività di un bambino in fase di crescita e mi mette continuamente ansia. Le responsabilità mi opprimono. Lady H.

Astinenze.

Sesso. In questo periodo sono minimale nell'esprimermi. Forse perché... Lady H.

stati di insania.

Ho una fame tremenda. Ma non è questo il discorso: c'è sempre qualcuno meglio di me (o almeno credo); e obiettivamente è così ( o almeno credo). Gente carismatica, positiva, incurante di se stessi. Obiettivamente li odio. O li invidio. Comunque non li sopporto. Finisco per inibirmi. Finisco per piantare mine anti-uomo sotto i miei stessi piedi. Mi scoppia tutto tra le mani. "Stai tranquilla, okkei?" E stiamo tranquilli, pazienza. ...intanto questa rabbia si trasforma in altro, in una rabbia diversa, da scaricare in modo diverso. Fossi qui sì, ti farei del male. Di quello mai visto. Ma non è questo il discorso. autostima:   Considerazione che un individuo ha di sé stesso. L'autovalutazione che è alla base dell'a. può manifestarsi come sopravvalutazione o come sottovalutazione a seconda della considerazione che ciascuno può avere di sé, rispetto agli altri o alla situazione in cui si trova. Di norma l'a. viene meno negli stati di depress

"Fuck you! I'm a cat."

E fuori finalmente  piove. Pioggia acida. E che si squaglino anche certi pensieri, certe paranoie, certi... turbamenti. Ho bisogno di fare un viaggio, lontano, il più lontano possibile, e che sia in un luogo freddo e senza macchine. Il freddo perché fortifica il corpo e l'assenza di macchine riduce la probabilità di morte. Anche se preferisco morire di morte violenta. Decisamente. "QUESTA E' UNA RAPINA! FERMI O SPARO!" ...e io: " etciù! " E sbam!,  morta stecchita. E poi le risate con Studio Aperto e i suoi servizi su di me! Ma verrei dimenticata presto come tutte le altre povere vittime. Comunque... il discorso non era questo. Volevo dire che sono stanca. Sì. Stanca . Stanca di sentirmi stanca psicologicamente. Mi sento già così vecchia e vissuta che per me Miss Vita  potrebbe finire qui, come direbbe qualcuno. Sono stanca anche di avere questi sbalzi d'umore assurdi. Sono stanca di impazzire. Sono stanca di non vedere via d

uomini...

Volevo parlarvi di un uomo, di un uomo che mi è stato presentato da terzi come un pomposo essere umano pieno di sé, saccente "quaquaraquà" sputa-sentenze, utile solo a dar fastidio (?). Ebbene, ora vi parlo di un altro uomo, dell'uomo che ho conosciuto io, e non di un uomo in quanto essere fallo dotato, ma di un Uomo. Con la "u" maiuscola e non solo quella. Certa gente si scopre nei momenti peggiori e riescono a salvarti. Lui mi ha salvata… "Non fare così, eh?! Vieni, vieni con me un attimo fuori." Già solo il suo braccio sconosciuto intorno la mia spalla mi infondeva tranquillità, pace, conforto. "Che hai?" "Secondo te?! Ho paura, sono terrorizzata. Che devo fare?" "Aiutarla, e devi essere forte. E trova qualcuno che ti ami, perché qualcuno deve riempire questo vuoto che hai e deve darti conforto. Io sono uguale a te e ti capisco, ma sono solo. Non ho figli e in questo momento ti sto parlando da pa

tra la nebbia...

Fuori qualcuno suona una chitarra, che sollievo! Non è al tuo stesso livello, anche se ha quella tua stessa vena neomelodica... Sono questi i momenti in cui mi manchi, quando nella mia più totale solitudine ti urlo di amarmi. Ora lo stai facendo. Qualcuno suona una chitarra per me, anche se non è al tuo stesso livello se non per quel vibrato neomelodico... Ad un tratto, nella notte, tutto prende forma: gli alberi iniziano a danzare, il vento fa da seconda voce e io mi sento più vicina a te. Una volta hai detto che ci saremmo incontrati a metà strada, nel punto di congiunzione dei nostri sogni. Qualcuno fuori suona una chitarra e io sorrido perché, diciamolo, hai un non-so-che di neomelodico e così ti immagino quì, seduto sul letto accanto a me che mi canti una tua creatura, ad occhi chiusi. Inizio a studiare ogni tuo lineamento, ogni movimento della tua mano sulla tastiera. Sento quasi i tuoi tocchi, il tuo calore... Mi sfiori. Brividi. E chiudo g

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Ore 19:44. Un'altra crisi di panico. Un giorno ci lascerò le penne. Essere impotenti davanti alla Vita. Guardo fuori dalla finestra: qualche albero, ferro e cemento. Mai la solitudine è stata più opprimente di così, ti manca il respiro, il cuore perde colpi davanti al logorio del corpo e intanto la tua anima si sgualcisce, la tua vita assume i colori di un ospedale, i sogni infranti da una realtà immobile, di pietra. Anche le pietre si spezzano. Io vorrei che si riducessero in polvere. Ci vorrebbe una sigaretta, una di quelle che infinite. Ore 19:57. Muoio. Lady H.

"Ascolta, figliolo", diceva l’uomo con la pistola, "C’è posto per te là dentro."

Ho pochi ricordi della mia infanzia, sprazzi di sorrisi, pianti, zaini di Sailor Moon, disegni "picassiani", ma solo uno mi è chiaro, come se fosse ieri. La sua schiena. Io aggrappata alla sua schiena sul seggiolino di una bici da passeggio. Ai lati il mondo e davanti la sua schiena, e mi sentivo al sicuro. Potevano piovere proiettili, bombe, ma lì ci sarebbe stata lei a proteggermi. Tutto appariva come una cartolina dai colori vintage, caldo e spensierato. Volavo su quella bici, volavo su ali che non si sarebbero mai sciolte sotto i raggi del sole. E stavo bene. E sto bene al pensiero che un giorno noi eravamo felici. Lady H.

Niente schiamazzi, per favore...

Non c'ho voglia di studiare. Troppa malattia mi circonda. Così ascolto un vecchio (o nuovo) CD e mi lascio attraversare dai problemi, non ha senso trattenerli. Apatia ed insoddisfazione. Chissà che m'aspetto ancora. Dalla gente. Dal mondo. Non sono loro a non capirmi, sono io che non capisco loro e credo che mai ci riuscirò. In questo periodo è come se andassi al rallentatore e tutto intorno a me scorre veloce. Gli altri vivono, dimenticano , amano di sfuggita, soffrono in superficie e si compiacciono del futile. Sono, SIAMO rimasti in pochi quelli che vivono di passione. In via d'estinzione. Continuo a sbattere palpebre stanche, il mio ginocchio si muove senza sosta a tempo di un' insolita ansia. In attesa. Ma di cosa? Ah, vero, di avere qualcosa in cambio. " Ma che vuoi? " Almeno un decimo di quello che do ogni giorno a questo cazzo di mondo. " Ma chi ti credi di essere? " Una povera sfigata che è stanca di pensare continuamente

Corri ragazza laggiù!

"Ma come posso fare? Mi aveva promesso che blablabla , e invece non blablabla . Dopo tutto quello che gli ho fatto dovrebbe, come minimo, sposarmi! " E' questo quello che mi tocca sentire alle dieci del mattino, appena sveglia e con gli occhi ancora appiccicaticci. Quello che può fare un telefilm tedesco di serie Z è davvero impressionante e, soprattutto, deleterio per il genere femminile. Voglio dire, tu sciacquetta annacquata (?) dallo sguardo vacuo, pretendi di esser sposata piuttosto che rispettata ? Ora, non voglio fare la femminista di turno, però se un uomo ti tratta in questo modo, non considerandoti, pensando solo ai suoi interessi, è perché sei tu la prima a farti trattare in questo modo. La tv è stata un po' la nostra mamma e credo continui ad esserlo (purtroppo) e cosa insegnano alle nuove adolescenti? Che se ti denudi diventi qualcuno e se un ragazzo ti fa un cunilingus allora ti ama?! Non lo so, sono così demotivata... Quasi, qu

"Sing me to sleep..."

Avevo appena finito di mangiare il mio ipocalorico panino con carne di cavallo e patatine quando mio padre: "Tesoro, prima mi sentivo appesantito, ora che ho mangiato mi sento meglio... Che può essere?" ... Attimo di perplessità. Ricerca di diagnosi in corso... "Ah, sicuramente è perché hai iniziato la digestione." Ma che ca...? Perché sono circondata da ipocondriaci? E soprattutto perché chiedono a me, dottoressa in medicina-di-sta-fonchia, che ingurgito buscofen per sballarmi (per dire.) Così sono arrivata ad una conclusione: la gente preferisce chiedere alla gente che non sa per sentirsi dire che va tutto bene, mentre se va dal medico è per firmare il certificato di morte. Comunque non ha senso. Tornando a casa, però, è riaffiorata una sensazione che non provavo da parecchio tempo: l'attesa. Non quell'attesa che anticipa l'uscita di una puntata del tuo telefilm preferito ogni settimana, ma l'emozione, la magnifica eccitazione che ant

Era un' Estate fredda quella.

“La solitudine non è mai con voi;  è sempre senza di voi, e soltanto possibile con un estraneo attorno: luogo o persona che sia, che del tutto vi ignorino, che del tutto voi ignoriate,  così che la vostra volontà e il vostro sentimento restino sospesi e smarriti in un’incertezza angosciosa e,  cessando ogni affermazione di voi,  cessi l’intimità stessa della vostra coscienza.  La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l’estraneo siete voi.” Qualcuno. Lady H.&Mr P.

Ricetta torta "chiaramente omosessuale"

Devo dire che il Digitale Terrestre mi ha distrutto la vita. In meglio (?). Qualche giorno fa ero sdraiata sul divano mangiando biscotti dietetici e facendo dello snervante zapping, quando sono incappata in una serie interminabile di programmi di cucina. GNAM! Così, fantasticando sui cuochi e su quello che stava sotto quei grembiuli sporchi di cibo, ebbi una rivelazione: "FA' UN DOLCE!" Quindi ieri, armata di grembiule con tanto di paperelle e determinazione, iniziai a creare "una torta chiaramente omosessuale ": Ingredienti: - 600 gr di pesche (equivalgono più o meno a 3 pesche). - 200 gr di cioccolato fondente. - 100 gr di burro. - 4 uova. - 100 gr di zucchero. - 50 gr di farina. Procedimento: Prendete le pesche (mi sento così Benedetta Parodi!) e mettetele a scottare in una pentola con acqua già in ebollizione per circa 10 minuti, poi scolatele in acqua fredda, sbucciatele e tagliatele a pezzi non troppo piccoli. Quindi prendete un tegamin

Necrologio all'innocenza.

Al calar del giorno ti vengono in mente tanti di quei pensieri, alcuni superficiali, altri pieni di consapevolezza perduta. Al mattino non hanno più senso. E' come se ogni cosa perdesse di significato. Odio il giorno. Ieri sera sorseggiavo un blue sunset  con un amico, quando fu immediatamente chiaro un concetto, quella sensazione di smarrimento: ho perso l'innocenza. Innocenza : m ancanza assoluta di colpa o responsabilità, morale o giuridica, in un individuo. L'essere innocente; purezza, ingenuità, candore, integrità, semplicità. Ho perso tutto ciò. Corrotta da una società materialista, automatizzata. Contaminata dai vizi. Alterata dal virtuale. Schiacciata  dalle responsabilità verso me stessa e verso gli altri. E diventi quasi cieca. Vedi tutto bianco o nero, dimenticando che nel mezzo ci sono infinite cromature. Finisci per chiederti "perché non l'ho capito subito?" Gli altri ti sentono stanca, presa dalle tue cose e non vogliono dis

"Ho invitato uno strano pagliaccio di nome IT al tuo compleanno."

Le noie dei compleanni in famiglia sono parecchi: 1) devi aspettare gli altri invitati. 2) la fame bestia. 3) parlare di malattie con i nonni. 4) i regali non sono per te. 5) e il canto dei grilli in Estate ti fa estraniare e ti fa pensare al sesso. Almeno per me. Ebbene, queste ricorrenze, se non riguardano me o i miei amici più intimi, sono di una tristezza e di una palla assurda. Ti ritrovi a tavola che aspetti di mangiare e cala il silenzio, "Ah, oggi fa un caldo!" dice qualcuno, "Madonna, hai ragione!". L'imbarazzo di parlare del tempo. Per fortuna c'è la birra e così cogli l'occasione e ricominci ad immaginare le sue mani che scivolano su di te e ti fanno perdere la testa, il suo sguardo divertito mentre ti contorci sotto i suoi tocchi e... "AAAAH" i bambini iniziano a rincorrersi e ad urlare e le nonne che li difendono guardandoli con tenerezza. Istinto omicida. Perché? Che senso ha? "Per riunire la famiglia",

La notte porta consiglio...(?)

Iniziare un blog è sempre stato qualcosa di estremamente difficile quanto eccitante. Vorresti apparire brillante, acuto, geniale, un po' come Sgarbi, solo meno rompipalle. Ma per quelli come me risulta parecchio complicato riuscire nell'intento, quindi mi limiterò a spiegarvi il motivo per cui ho deciso di iniziare questa non troppo nuova avventura. Che maleducata, mi presento, sono Lady Hyde , una ventenne annoiata. Ho sempre sostenuto di essere parecchio lunatica ed isterica, alcuni mi hanno addirittura detto di soffrire di un "malessere" chiamato Disturbo Dissociativo dell'Identità, a questo devo il mio appellativo Lady Hyde (conoscerete tutti  l'opera di Stevenson Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde , no? Nel dubbio Wikipedia vi salva:  qui. ). Perché Lady Hyde. Perché vorrei essere la parte più passionale ed energica di me stessa. Invece ho solo dei mostri nel cervello. Quindi, stanotte, dopo aver salvato in pdf il Mein Kampf  di