Un gufo stava appollaiato sul davanzale della sua finestra, grigio e con una testa enorme. Provò a sporgersi per vederlo meglio in viso, le scivolò la mano e… All’ improvviso aprì gli occhi, era stato solo un sogno. Si girò verso la sveglia: le 5:00, ed era Domenica. Infastidita e annoiata si divincolò dal groviglio di lenzuola che la legavano. Restò, così, immobile a pancia in su, con le braccia e le gambe divaricate, assaporando il silenzio della casa, della città, del mondo attorno a lei. Le foto al muro sorridevano a mala pena e guardavano altrove, lontano. Stette a fissare un raggio di sole dividere le ombre sul soffitto, un timido e coraggioso raggio di sole dopo giorni di buio e pioggia. Lentamente si mise a sedere e guardò davanti a sé il baule di quercia sotto la finestra. Come ipnotizzata scese dal letto e si inginocchiò davanti ad esso. Dita intorpidite sfiorarono quel vecchio e sconosciuto baule, da quanto tempo era lì? “Stupida, da sempre!” le dis...
Perché parli con altri mezzi!
RispondiEliminaAnche con quelli ho difficoltà ad esprimermi.
EliminaSono così maledettamente umana, oltre che debole.
Carne.
Ma umana sì, decisamente! Menomale, no?
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