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Visualizzazione dei post da 2015

be brave.

Aprii gli occhi. Avevo la sensazione di aver dormito per anni e per un secondo allo stesso momento. Distesa su un letto, circondata da fili e da fredde lenzuola bianche. Quelle fuori dalla porta erano persone? Non ne ero più certa. L’unica cosa di cui ero certa era lei, seduta accanto a me, intenta a leggere un libro, illuminata da un insolito sole di fine Ottobre. Alzò gli occhi dal libro e mi guardò sorridendomi e in un attimo fui circondata dal suo amore. Chiuse il libro e guardò fuori dalla finestra, godendosi quell’ insolito sole di fine Ottobre. Poi la vidi correre verso di me, colta da un improvviso entusiasmo. Quell’entusiasmo che mi toglieva il respiro. Tolse i freni dal letto e lo spinse verso il grande balcone. Fui improvvisamente investita da una forte luce che mi costrinse a chiudere gli occhi, poi calore, e ancora un leggero venticello sulla mia pelle, la sua risata dentro le mie orecchie e la sua morbida testa sul mio petto, abituato a sorreggerla e oggi con

after.

Non c’è più intimità. No, seriamente. La cosa non mi infastidisce affatto, semplicemente mi fa ridere. Ricevo, di tanto in tanto, dei bei selfie after-sex dai miei amici a CAVOLO!, sono proprio belli: pelle distesa, sguardo languido ed espressione che “sfonda” l’obiettivo. Mi piace parlare di zozzerie, è educativo ed eccitante allo stesso momento, ma io ho una fervida immaginazione figurativa , non dico d’avere delle fantasie sui miei amici (io le ho solo su di me, tiè!), ma immagino cose-che-no, perché dai! Provo a spiegarmi meglio: immaginare conoscenti nell’atto della copulazione me li ridicolizza, sono buffissimi. Fatta questa considerazione, mi chiedo: tutta questa celebrazione pubblica del sesso avviene perché se ne fa poco? Per un vanto? Per semplice condivisione? Propongo un abbraccio di massa in pubblico, voglio vedere in quanti si fanno avanti. p.s:  vorrei un after 50 sfumature di grigio, plz! Lady H. #afterlife

TheDoctor&LadyNo-Sense

2015. Anno lontano, vicino, trascorso e passato per il Dottore, prigioniero ad Algos, ennesimo pianeta sotto assedio da parte dei temibili Dalek. Brutalmente torturato durante l'interrogatorio il Dottore urlò qualcosa. Forse era proprio "qualcosa". Qualcosa di normale, di ovvio, giustificato, logico ed immediato, naturale, intuitivo. Ma i Dalek iniziarono ad inquietarsi, a roteare agitando le armi ed a gracchiare "QUAL-CO-SA". Ma cosa...? Era una specie addestrata alla morte -o per lo meno a rompere la minchia, ma non programmata a ricevere  quel "qualcosa". "Hai detto NON LO SO?!", chiese un Dalek al Dottore. "Sssì.", rispose il Dottore, perplesso. Forse era la prima volta che i Dalek sentivano quella semplice affermazione da parte del Dottore. Il Dottore sapeva sempre tutto, cos'era allora quel "non lo so."? "STER-MI-NA-RE!", urlarono in coro i robot. Il Dottore restò immobile a pensare. "