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Visualizzazione dei post da marzo, 2013

amante.

"Dev, ma non è Julia quella?" E immediatamente la musica smise di suonare nella mia testa... Era distante ma il mio naso si riempì subito del suo profumo, lo stomaco dei suoi baci, le mani del suo corpo, e per un attimo mi ritrovai su quel balcone, avvolto da lei e dal suo respiro sulla clavicola... Con una mano la tenevo stretta a me, con l'altra la facevo mia. Il ricordo dei suoi baci mi provocò una familiare sensazione al basso ventre, familiare ma unica. Feci scivolare la mano sotto il suo vestito rosso e mi feci spazio dentro di lei. Adoravo guardarla chiudere gli occhi e mordersi il labbro inferiore. Riprese a baciarmi con più passione di prima. Alzò una gamba per avvinghiarla attorno a me, chiedendo con quel gesto di farmi spazio ancora di più dentro di lei. Alla vista della sua nuda gamba e ad ogni suo gemito sarei potuto morire in quell'istante, ma solo quando la sua mano si fece strada dentro i miei pantaloni capì di esser ancora vivo.

tramonti.

Guardavo fuori dalla finestra. Il tramonto si faceva spazio tra grattacieli incompleti e le macchine sfrecciavano veloci sotto di essi, guidate da uomini desiderosi di tornare a casa, desiderosi come lo ero stata io poche ore prima, desiderosi di umanità e intimità. Le sue dita sfiorarono la mia schiena nuda, tra le scapole, lungo i fianchi e mi attirò a se. Era la cosa che mi destabilizzava di più, era l’incognita della mia vita eppure mi sentivo al sicuro con lui, mi sentivo sicura. Infilò il naso tra i miei capelli e mi strinse forte, mozzandomi il fiato. “A che pensi?” mi chiese. A cosa pensavo? Erano anni che ero in balia della sua passione, erano anni che lui si rifugiava in me, pausa della sua vita, ma continuava a restare libero da ogni sentimento, da me. Mi girai a guardarlo ed ebbi i suoi baffi sulla mia bocca. “Che c’è?” insistette. “Cosa vuoi?” gli chiesi. “Te.” “Mi hai già, ma tu cerchi di più…” “Io ho già di più, tu che vuoi?” “Voglio essere