Si sa che sono vecchio stampo.
Lo si sa perché trovo della poesia nelle piccole cose; come
seguire la danza scoordinata di un granello di polvere che si ritrova immerso,
all’improvviso, nel tenue raggio di un sole invernale che attraversa la finestra
semi aperta.
Sono tutt’ora affascinata dalla figura del postino e del
lattaio. Li seguo sempre dallo spioncino del portone ed, in silenzio, aspetto
che scompaiano dietro l’angolo e continuo ad aspettare, immaginandomeli fare la stessa cosa nella via
dietro la mia.
Per non parlare della Domenica dopo pranzo; le strade
deserte, le orecchie piene di telecronache sportive e il naso pieno dell' odore del caffè appena fatto.
Si sa che sono vecchio stampo.
Lo si sa perché, quando faccio il bagno, immergo sempre le
orecchie nell’acqua per sentire i passi del vicino amplificati ma ovattati.
Sono tutt’ora ossessionata dal ticchettio della macchina da
scrivere e dal suo tintinnio a fine battitura. Riesco ancora a vedere mio nonno
di spalle mentre trascrive una delle sue ricerche letterarie, la testa piegata
su di in lato, il trafficare frenetico delle sue dita sui tasti, gli occhiali
sulla punta del naso e le guance rosse.
Per non parlare del grammofono; la ricerca isterica della
puntina nuova e il movimento meticoloso e continuo della manovella, compito
imprescindibile di mio padre.
Si sa che sono vecchio stampo perché vivo nella costante
nostalgia di un tempo mai vissuto, dove i colori sono sbiaditi e il suono di
una tromba jazz fanno da contorno ad una passeggiata infinita, tra le vie
bagnate di New York.
Lady H.
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